Il giudizio interiore che ci ruba l’energia vitale
- Leonardo Marongiu

- 8 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Ci sono momenti in cui vorremmo lanciarci, prendere spazio, fare quella cosa che ci attira da tempo. Scrivere un libro, aprire quel progetto, parlare in pubblico, chiedere di più, osare. Eppure... ci blocchiamo. Non perché manchi la volontà, o perché non ci importi abbastanza. Ma perché, in fondo, una voce ci sussurra: “Non sei abbastanza. Non sei pronto. Non te lo meriti.” Questa voce ha mille forme. A volte è sottile come un pensiero sfuggente, altre volte è un boato che si fa sentire nel petto, nella gola, nelle gambe che tremano. È la sensazione profonda di non sentirsi all’altezza. Un'esperienza che molti di noi conoscono bene, ma che raramente ci fermiamo a guardare in faccia.
Il blocco invisibile
Quando ci sentiamo “non abbastanza”, spesso non ce ne accorgiamo neppure. Diamo la colpa alla stanchezza, alla procrastinazione, alle “priorità”. Ma se scaviamo un po’, scopriamo che quel senso di inadeguatezza ha drenato la nostra voglia di fare, di muoverci, di esprimere la nostra essenza. È come se una parte dentro di noi trattenesse il respiro. E con esso, la nostra energia vitale.
L’energia che serve per vivere (non solo per fare)
Parlare di energia vitale non è solo una questione fisica. È il sentirsi vivi, connessi, svegli. È quella spinta interiore che ci fa aprire gli occhi al mattino con un senso di direzione. È l'entusiasmo che ci prende quando ci sentiamo in contatto con chi siamo davvero. Ma quando viviamo in costante lotta con la sensazione di non essere all’altezza, quell’energia si contrae. Si raffredda. Si ritira. Come se il nostro sistema interiore dicesse: “Meglio non rischiare. Meglio restare piccoli.” E così, giorno dopo giorno, perdiamo pezzi della nostra vitalità. Non perché non abbiamo “voglia”... ma perché ci sentiamo scollegati da noi stessi.
Ritrovare l’energia, ritrovando il nostro valore La buona notizia?
Questa energia non è persa per sempre. Non va cercata fuori. Non è una “motivazione” da accendere con la forza di volontà. L’energia vitale torna quando ci riconnettiamo a noi stessi, ai nostri bisogni reali, al nostro sentire autentico. Quando iniziamo a guardarci con occhi nuovi, a vedere valore dove prima vedevamo mancanza o dubbio. E non si tratta di diventare perfetti o sicuri di sé al 100%. Si tratta di permetterci di esserci anche con le nostre fragilità, e di iniziare a chiederci:
“Cosa farei se mi sentissi abbastanza così come sono?” Spesso, solo questo pensiero basta per far muovere qualcosa dentro.
In conclusione
La sensazione di non essere all’altezza non è una verità assoluta. È una storia antica, spesso scritta nei primi capitoli della nostra vita, che però possiamo iniziare a riscrivere. E mentre lo facciamo, accade qualcosa di straordinario: l’energia torna a fluire. Torna la voglia di creare, di connetterci, di vivere pienamente. Perché non c’è niente di più energizzante che sentirsi finalmente sé stessi.
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